Luca Penni (Firenze, tra il 1500 ed il 1504 – Parigi, 1556/1557) è stato un pittore italiano soprannominato Romanus (detto anche il Patorino del Raffaello che fu maestro di ambedue i fratelli), nonostante la sua origine fiorentina, probabilmente confuso con il fratello Giovan Francesco che esercitava a Roma. Operò in Inghilterra tra il 1531 e il 1533, alla corte di Enrico VIII con l’aiuto dell’altro fratello Bartolomeo, anch’egli pittore. Luca collaborò con Perin del Vaga a Lucca e a Genova, poi si trasferì in Francia, a Fontainebleau, verso il 1530. Tra il 1537 e il 1540 lavorò con il gruppo del Primaticcio nella Salle Haute del Pavillon des Poëles e con quello di Rosso Fiorentino nella Galleria di Francesco I. Intorno al 1540 partecipò all’elaborazione dei cartoni per gli arazzi desunti dalle decorazioni della stessa galleria che, tessuti nel laboratorio diretto dal Primaticcio, sono ora conservati al Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Apparentemente è uno degli artisti più famosi della scuola di Fontainebleau, infatti Luca è menzionato con alti compensi nei conti di Fontainebleau fino al 1547, per poi trasferirsi a Parigi in cerca di committenti privati, anche se le relative opere sono andate perdute. Fu in seguito al servizio della duchessa di Guisa e nel 1549 eseguì di lei un ritratto in miniatura. A partire da quel momento egli collaborò largamente con vari incisori. Citato dal Vasari anche come incisore, Luca si dimostra artista completo ed eclettico, come si vede anche dall’inventario dei beni stilato il 12 aprile 1557 dopo la sua morte, in cui si rammentano tra gli altri oggetti anche ritratti, medaglie, disegni di stemmi ed incisioni. Le opere del Penni furono incise tra gli altri da Jean Mignon (tra cui La metamorfosi di Atteone e Venere punta da un cespuglio di rose), Léon Davent (importante artista incisore), René Boyvin e soprattutto Étienne Delaune. Oltre ad influenzare l’arte francese del Cinquecento, Luca Penni, grazie all’opera del figlio Lorenzo, incontrò un buon successo anche presso gli incisori italiani. Talvolta confuso con Jean Cousin il Vecchio o con il Primaticcio, di cui in alcuni casi è ritenuto un copista, la personalità di Luca Penni appare per certi versi ancora problematica secondo alcuni cenni del periodo; le opere che gli vengono attribuite costituiscono un corpo alquanto esiguo e quelle citate nei documenti sono andate per lo più distrutte, come la Resurrezione di Lazzaro, commissionata da Nicolas Houel il 19 marzo 1555 e la Predicazione di Giovanni Battista, in origine nella cappella nuova della chiesa di Saint-André-des-Arts. Tra le principali opere vi sono la Deposizione di Cristo, dipinta su superficie marmorea, presente nella sacrestia della Cattedrale di Auxerre e il dipinto di analogo soggetto del Palais des Beaux-Arts de Lille, la Giustizia di Ottone (noto anche come La vendetta della moglie di Orgiaconte), ora al Museo del Louvre di Parigi. Sylvie Béguin gli attribuisce, ma con dubbi, anche la Diana e Atteone del Museo del Louvre. Nel 1980 fu scoperto nel castello di Lux in Borgogna un affresco che riproduce esattamente il motivo di un’ incisione di Giorgio Ghisi, tratta da Luca Penni che ha aperto nuovi interrogativi. Prolematica rimane anche l’attribuzione, concentrata tra Penni e Jean Cousin il Vecchio, dell’ ideazione della celebre serie degli arazzi di Anet con la Historie de Diane, di cui quattro sono ancora in loco, mentre gli altri sono conservati al Musée des beaux-arts de Rouen di Rouen, al Metropolitan Museum of Art di New York e in alcune collezioni private. La serie fu commissionata da Enrico II di Francia verso il 1550 per il castello di Diana di Poitiers, dubitativamente attribuita da Sylvie Béguin a Charles Carmoy, pittore ufficiale di Diana di Poitiers ad Anet nel 1551.
By Uto Datodi
Luca Penni – Ricerca by UtoDatodi