Biografia:
Sono nato a Firenze nel 1965
Fin da bambino ho manifestato una buona predisposizione per il disegno e per le arti figurative: un semplice gioco dapprima, trasformatosi poi in passione ed infine in profonda ragione di vita. Ho fatto mio il linguaggio dei segni ancor prima di quello della parola. Ho frequentato il Liceo Artistico Cavour di Firenze, svolgendo contemporaneamente attività formative presso botteghe private di famosi artisti. Ho compiuto studi approfonditi sul corpo umano, frequentando corsi di Anatomia presso l’Università degli Studi di Firenze. Nel 1982 ho conosciuto lo scultore Antonio Berti e ho avuto l’opportunità di frequentare assiduamente la sua bottega.. Dal 1985 al 1989 sono entrato a far parte, come allievo, dell’Accademia privata dell’artista Raimondo Riachi in Firenze, ambiente che ho continuato a seguire come collaboratore dal 1990 al 1994. La formazione presso la ‘Bottega’ del Maestro mi ha permesso di acquisire una vasta esperienza in molteplici discipline e tecniche, specializzandomi sia come scultore sui materiali più vari (marmo, pietra, creta, bronzo, alabastro) che come pittore. La mia esperienza si estende anche al campo dell’arte orafa, dal modello in cera alla fusione ed al cesello, con specializzazioni anche nell’ambito del restauro di dipinti e affreschi. L’arte è per me una ragione di vita e ad essa affido l’espressione del mio sentire più profondo. È così che molte delle mie opere rappresentano stati d’animo e pensieri divenuti denuncia e resi materia. I condizionamenti che subiamo, la perdita di valori in ciò che ci circonda, la difficoltà a comprendere e dar voce alle nostre esigenze profonde, ci fanno spesso vivere insoddisfatti, imprigionati in schemi precostituiti e pilotati su tracciati che altri hanno deciso per noi. Metamorfosi è il messaggio, forte e spesso inquietante, che ho voluto trasmettere agli altri. Uno spunto di riflessione per tutti coloro che sono alla ricerca del proprio spazio spirituale, della scoperta o ri-scoperta di se stessi. Un messaggio forte e allo stesso tempo positivo e di speranza che, in questa metamorfosi di valori, possa prevalere in fine il segno di una purezza originaria e di un sentire autentico.
Oltre
Quando un artista contemporaneo si accosta a un genio dell’umanità non può che farlo con una sola dote: la grandezza dell’umiltà. Giorgio Butini ha in sé il talento donato dalla vita, ereditato per nascita (il suo bisnonno era un celebre scultore, Giovanni Butini) e coltivato con studio appassionato, maestri prestigiosi e un amore infinito. “Oltre”, probabilmente, è davvero il leitmotiv della sua esistenza. Per studiare a fondo il corpo umano ha scandagliato in ogni dettaglio i disegni di Leonardo e ha frequentato i corsi di Anatomia dell’Università di Firenze; per comprenderne e esprimerne l’anima ha coltivato la profondità di quella propria con studi filosofici e letterari. L’energia emanata dai disegni e gli studi de “La Battaglia di Anghiari” e la plasticità emotiva di ognuno degli apostoli de “L’ultima cena” sono la fonte di ispirazione di un’opera che coglie la potenza e le sfumature espressive dell’una e dell’altra trasferendo nella scultura quella multidimensionalità fisica e psichica che Leonardo era riuscito a costruire su due affreschi (uno dei quali irrimediabilmente perduto, nonostante il mistero permanga). La scultura di Butini inanella ogni sentire umano uno sull’altro, ognuno su una figura, una storia, un dolore, una vita, una conquista. Era un groviglio di corpi in combattimento la battaglia di Leonardo e simboleggiava la libertas; una catena fatta di corpi e sentimenti che sorregge se stessa va ancora “oltre” perché la vita è lotta ma solo un abbraccio unico può sconfiggere la paura del futuro. Leonardo da Vinci ha dipinto, disegnato, dato vita a molti “oltre” in tutte le sua emanazioni scientifiche, artistiche, tecniche, alcune delle quali in parte, forse, decodificate e comprese, molte altre ancora misteriose e inintelligibile, per questo sempre vive e capaci di parlare all’infinito. In questa visione di Leonardo Butini ha provato a rendere attraverso la potenza di un abbraccio unico che sfida ogni legge della fisica, “l’oltre” di cui può essere capace l’Umanità intera. E ogni espressione, ogni smorfia, ogni tensione plastica, ogni singolo movimento diventa elemento essenziale di una unica armonia artistica, metafisica, umana.
Stefania De Toma
Unicità
Un artista che in ogni scalpellata riesce a far emergere dalla materia quello che non vuole più starci, con una soffice uscita dalla stessa, rendendola viva con l’anima. Lui riesce ad armonizzarsi con i suoi strumenti di lavoro come fossero compagni di un viaggio, di un percorso artistico così da essere totalmente in simbiosi tra loro. Giorgio sa come concretizzare il pensiero dell’immagine nella sua mente che scaturisce dal sogno del bello e come renderlo partecipe attraverso i propri ferri da lavoro, riuscendo così a scolpire opere di impeccabile fattura, bellezza e armonia dalle proporzioni accademiche e uniche. Il percorso che lui traccia nella sua mente al primo colpo di martello e’ come fosse già delineato e predisposto nella materia da togliere. Quando la pietra è ostile come in una vena o in una criccatura rendendola non favorevole e di facile lavorazione, egli sa in quel punto creare la magia di una piega, una ruga, una vena, rendendo così l’avversità una fonte di particolarità specifica e unica nel suo genere. Le sue forme arrivano dai propri sogni e dallo studio intenso delle sue figure; la notte gli porta consiglio e all’alba trova la forza e l’entusiasmo di affrontare i suoi progetti nei minimi particolari creando opere uniche di tanta gioia, armonia e rendendole vive e darli una vera anima. Esse suscitano un’emozione non plastica ma (come molte opere fatte a pantografo) come fossero vere, vive e rendendole con una propria anima. Il Giorgio riesce a rendendoci partecipi nelle sue opere facendoci liberare del più che ci circonda.
Claudio Roghi alias Utodatodi