Elisa Agrò

Elisa Agrò nasce nel 1989 a Empoli: la vivace cittadina a pochi chilometri da Vinci (patria di Leonardo Da Vinci). Trascorre, però, gran parte della sua infanzia a Certaldo (il noto borgo medievale di Giovanni Boccaccio). E riferisce che fin da bambina si sente molto ispirata dalle opere e le vicende riguardanti i vari personaggi storici locali.

In generale, afferma di essere una curiosa da sempre, piena di gioia e interessi. I suoi primi ricordi, infatti, coincidono con la sensazione di pace che provava fuori casa, in mezzo alla natura. Ricorda ancora i profumi della serra del nonno; gli interi pomeriggi passati a osservare i semi, i fiori, le nuvole, i girini, le lumache o simili.

Iniziano poi gli anni scolastici dell’obbligo e invece di continuare a trascorrere gran parte del suo tempo nel verde, si trova più spesso a cercare di capire i comportamenti delle persone con cui viene a contatto, nel bene e nel male. Impara presto a leggere e a cercare risposte ai suoi infiniti perché nei libri, dove vi trova una nuova pace. Intorno alla maggiore età, mentre comincia a sognare di viaggiare per il mondo, decide anche di non farsi mancare un’esperienza universitaria. Ecco quindi l’iscrizione a un corso di laurea triennale in mediazione linguistica e culturale: prima di partire vuole imparare a comunicare con l’inglese e lo spagnolo…

Per permettersi gli studi, però, inizia a svolgere lavori di diverso tipo, e rinuncia presto ai propri sogni. Non riesce a viaggiare quanto avrebbe voluto, comincia a prendersi troppo sul serio per la sua giovane età e piuttosto impara a gestirsi tempo e denaro. Nel 2012 quindi si laurea, smette di fare lavori incoerenti con i propri studi e inizia a lavorare nel mondo dell’istruzione privata. Nel frattempo conosce il suo attuale marito e insieme decidono di andare a vivere a Empoli. È così che proprio nella sua città natale, a sua volta, nel 2018, dà alla luce Ayda. Felicemente mamma cerca di nuovo nei libri risposte sulla maternità e l’educazione. Per finire col decidere di specializzarsi negli studi. Arriva così, la laurea a indirizzo filologico, che la abiliterà a insegnare nelle scuole statali. La biblioteca comunale diventa uno dei suoi luoghi preferiti, e dopo gli studi continua a prendere in prestito almeno un libro a settimana per sé, per poi passare ad aggiungere una decina di albi illustrati a settimana, per sua figlia. Man mano che la bambina cresce, diventano due buone amanti dei libri e dopo le ore di lavoro giocano spesso insieme a inventare storie. Proprio in una di queste occasioni arriva l’ispirazione per una storia all’avanguardia che verrà intitolata: I colori di Ãmina. Siamo nell’aprile del 2022 e a ridosso dei suoi 33 anni, Elisa si trova a valutare disegni di diverse illustratrici per il suo primo libro. Nessuna però riesce a dare il giusto volto ai suoi personaggi. Così, spronata dalla fiducia della figlia e del marito, inizia a disegnare da autodidatta. Ed ecco anche il perché della dedica che apre il suo primo libro illustrato: ad Ayda, a GianMarco e a quella sua bambina interiore ritrovata.

Il significato didattico de I colori di Ãmina

Elisa Agrò nasce e vive a Empoli. Nell’aprile del 2023 pubblica il suo primo libro in proprio e questo le permette di farsi conoscere a livello locale. Realizza I colori di Ãmina ispirandosi alle curiosità più disparate e particolari di sua figlia di 4 anni. Un’esigenza responsiva primariamente materna e personale, riscopertasi presto un bisogno comune di altri genitori ed educatori.

Le dedicano un articolo su Il segno di Empoli e l’associazione La valigia blu la ospita in più occasioni. Il libro raggiunge così anche il noto professore Carlo Lapucci che decide di donarle una recensione che va al di là di ogni immaginazione. In seguito se ne interessa anche la casa editrice Ibiskos Ulivieri e a Novembre del 2023 esce la prima edizione ufficiale, comprensiva della ouverture di Carlo Lapucci.

Come lo stesso professore afferma, I colori di Ãmina è un libro magico da leggere e rileggere, che sveglia e non annoia mai, di quelli che ci accompagneranno per sempre. Lo definisce un libro altamente educativo, che non regala un’unica emozione o il cui apprezzamento dura soltanto il tempo in cui esso viene sfogliato.

Si può affermare che le sue macro tematiche sono in linea con ciò che ci insegnano persino le neuroscienze. Ovvero I colori di Ãmina tratta di benessere psico-fisico, di vita, di comunicazione, ma mai attraverso tecnicismi o paroloni. Tratta di inclusione, empatia, esperienza, giustizia, scelta, pace, felicità e tanto altro, ma sempre e solo in un modo adatto anche ai più piccoli.

Attraverso le illustrazioni, i simboli, i messaggi impliciti ed espliciti, la fiaba all’avanguardia ecc, è possibile respirare una semplicità contagiosa, disarmante e leggera. Sembra riesca a comunicare più con l’inconscio che con la parte conscia di chi lo legge o ascolta!

Il contenuto da cui veniamo colpiti per poi essere alleggeriti è rivolto sia ai bambini più piccoli che a quelli interiori di ogni adulto. I bambini si illuminano di fronte a quei colori primari de I colori di Ãmina e si divertono con i giochi e le attività che lo corredano. Gli adulti si trovano spesso motivati a leggere il libro più volte e ogni volta, quelle pagine, riescono a regalare messaggi ed emozioni diverse, in base allo stato d’animo e la consapevolezza di chi le sfoglia.

È un libro illustrato multi tematico che si articola in un totale di 52 pagine: per metà è una fiaba, poi una poesia, e dopo un gioco-libro pratico e proficuo anche per gli adulti.

Alcuni pedagogisti lo hanno definito un ottimo strumento di riflessione, un libro che continua ad accompagnarci anche dopo averlo letto e osservato per intero. È come un viaggio leggero ma per niente banale, che riesce a dare spunti divertenti con cui poter creare attività e giochi da fare in famiglia, in classe o tra compagni e amici. Con I colori di Ãmina diventa inevitabile riflettere sul benessere in senso lato. Quel benestare che è possibile raggiungere solo se sviluppiamo un proficuo ed efficace dialogo e ascolto con noi stessi, prima di tutto.

Nei bambini infatti è ancora più forte la paura di essere esclusi, rifiutati, giudicati o non riconosciuti, magari proprio dalle figure genitoriali o dai propri amici e insegnanti. Timori che a volte prendono il sopravvento anche negli adulti e che in generale possono portare a nascondere parti preziose e profonde di sé, per poi tendere ad adeguarsi alle aspettative degli altri, con conseguente e inevitabile sofferenza.

È ormai ampiamente dimostrato come la stimolazione della curiosità, dell’immaginazione, della comunicazione o della motivazione rivestano un ruolo fondamentale per lo sviluppo delle competenze principali dei bambini. Ed è ormai riccamente documentato quanto incida nella crescita e nel benessere di un bambino la realizzazione di un’atmosfera serena, inclusiva ed empatica.

Chi ha la fortuna di avere a che fare con queste piccole creature quotidianamente, non può fare altro che notare il loro senso di giustizia innato o la loro straordinaria consapevolezza. Sembra sappiano già tutto e a volte a parlare con loro ci sembra di sostenere una conversazione fra pari. Riescono a comprendere argomenti a cui gli adulti attuali, alla loro età, non pensavano neanche lontanamente.

Preparare il terreno per seminare ciò che verrà raccolto domani, non è soltanto un impegno sociale e culturale volto alla costruzione di un mondo migliore e accogliente, ma è una responsabilità pedagogica attuale e necessaria. C’è bisogno di infondere coraggio e determinazione nei bambini, di stimolarli a farsi domande e trovare risposte, anche se temporanee. Per contrastare le correnti negative che sembrano aver snaturato il quieto vivere di tutti, è necessario parlare loro della ricchezza celata nella diversità di ognuno, della bellezza, dell’importanza della formulazione di una opinione consapevole.

Accogliere i più piccoli in un ambiente amico può fornirgli esempi concreti di buona socialità, di come è possibile divertirsi con la creatività e di come fa stare bene sentirsi ascoltati e liberi di esprimersi.

L’infanzia è un momento che merita amore, attenzione, ascolto e osservazione. Nutrire e coltivare le risorse infantili nel rispetto dei tempi e dei modi di ciascuno getta le basi per la costruzione di una felicità interiore e duratura, che coincide con la scoperta di ciò che è meglio per sé, indipendentemente dalle apparenti sconfitte e fallimenti; o dalle aspettative personali e sociali.

Quanto scritto fin qui sono solo alcuni dei messaggi che è possibile percepire nel libro, che già dal primo risguardo, ci fa sentire avvolti; immersi in un blu che ci cattura e rasserena. Con I colori di Ãmina, veniamo subito accompagnati da parole che invitano a rallentare, a fare silenzio e vuoto per accogliere ciò che è nuovo. Siamo invitati a decelerare il nostro ritmo frenetico, che ormai è tale anche per molti bambini.

Nella corsa senza sosta che ci richiede la società di oggi, a volte, non riusciamo ad accorgerci più delle meraviglie di cui è ricco il mondo intorno a noi, o del potenziale dei bambini e dei giovani. Ragazzi che sembrano perlopiù demotivati e arresi di fronte a una mancanza di prospettive chiare, o di speranze verso il futuro. Corriamo, corriamo, ma verso cosa? E perché?

La bellezza invece ci circonda costantemente e noi abbiamo la possibilità di poterla vedere e riscoprire, senza fretta. Insieme a un elogio nei confronti della natura, la promettente autrice fa luce su questi e altri aspetti. Elisa Agrò ci ricorda che è possibile prendere contatto con noi stessi e prendere scelte consapevoli, anche da piccoli. Ci ricorda che è possibile evadere da quella gabbia interiore fatta di frastuoni, frenesia e pareti invisibili.

Grazie alla presenza, all’arte, alla creatività, alla fantasia, alla consapevolezza, alle scelte o al divertimento, trovare il percorso più semplice verso la serenità diventa davvero facile. Una pace che riesce ad aiutarci a vedere chi siamo o cosa vogliamo realmente. Un discernimento che ci fa strada verso una libertà e un equilibrio interiore duraturo.

I colori di Ãmina dunque è un libro innovativo che ha innumerevoli sfumature che non si possono elencare o descrivere da un unico punto di vista. Può essere letto, interpretato, recitato, e sicuramente assaporato lentamente.

 

Grazie alle proprie vicende e interessi, Elisa Agrò studia per anni senza difficoltà storia, antropologia, psicologia, letteratura, storia dell’arte, etc., ma afferma che, ciò che ha risposto maggiormente alle sue domande e le ha fatto comprendere molti aspetti di sé stessa, delle persone in particolare, e della vita in generale, è stata la vita stessa: le relazioni; le esperienze dirette e indirette; i viaggi; le immersioni in natura; i diversi tipi di lavoro (sempre a contatto col pubblico) sono ciò che le hanno insegnato più di tutto.

I libri l’hanno aiutata, ispirata e a volte sollevata, ma solo il viaggio oltre la teoria le ha permesso di imparare a rialzarsi dalle proprie cadute; di andare oltre la necessità di cercare la perfezione in ogni cosa. Soltanto con la messa in pratica delle proprie idee e con uno sguardo profondo e sincero dentro di sé, ha trovato quell’equilibrio e quella forza di cui aveva bisogno. Afferma poi di essersi liberata solo così dalla pesantezza che le procuravano il consenso e la comprensione da parte degli altri.

Adesso continua a essere una curiosa, a scrivere e disegnare, e a trasportarvi ciò che più l’ha ispirata, ciò, che di più importante ha appreso e continua a imparare. Prosegue con l’approfondimento di diversi saperi e discipline di crescita personale ed è felice di sapere apprezzare la diversità di ognuno. Una unicità che per lei è sempre stata fonte di ricchezza e insegnamenti.

Dal 2023 collabora con alcune associazioni culturali locali, come la sopra citata e alcune fattorie didattiche. Racconta che si diverte a organizzare feste e attività che includono la lettura e l’interpretazione di racconti e libri di vario genere. Tutto ciò che è arte la entusiasma e le piace allietare gli altri tramite la creazione di opportunità di incontro nella natura, o lontane dalla frenesia e dall’abuso della tecnologia, che, per quanto utile, spesso ci separa da alcuni dei nostri sensi, e soprattutto, ci allontana da quella essenza che ci rende umani.

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